“Ricordando il proiezionista: Una storia d’Amore per il Cinema”
La foto sbiadita era l’unica cosa che gli rimaneva di quel mestiere che aveva amato tanto: il proiezionista. Era stato testimone di tante storie, raccontate sullo schermo del cinema Astra, a Battaglia Terme. Aveva fatto sognare, ridere e piangere tante persone, con le sue mani esperte che maneggiavano le bobine di pellicola. Aveva sacrificato le sue serate, i suoi weekend, le sue occasioni d’amore, per restare fedele alla sua passione per il cinema.
Ma ora il cinema era cambiato. Le pellicole erano state sostituite dai dischi digitali. Le macchine da proiezione erano diventate silenziose e automatiche. Il cinema Astra era stato chiuso e demolito. Lui si era ritrovato senza lavoro, senza casa, senza amici.
Un giorno, mentre vagava per le strade della città, vide un cartellone pubblicitario che attirò la sua attenzione. Era il manifesto di un film che aveva proiettato tante volte, uno dei suoi preferiti. Il titolo era “Cinema Paradiso”. Il sottotitolo diceva: “Un omaggio al cinema e ai suoi proiezionisti”.
Si sentì una scossa nel petto. Forse era ancora in tempo per rivivere la sua storia. Forse c’era ancora qualcuno che lo apprezzava. Forse c’era ancora una speranza.
Decise di seguire il cartellone e di andare a vedere il film. Non sapeva che quello sarebbe stato l’inizio di una nuova avventura.
Mi è rimasta soltanto questa foto, non solo a ricordare il tempo passato, ma a testimonianza di un vecchio mestiere quale era il proiezionista.
Ho passato tante serate in quella cabina del cinema Astra a Battaglia Terme, tra il rumore assordante della macchina da proiezione, tra il montare e smontare le “pizze” di pellicola, ho impegnato tanti Sabati e Domeniche quando i miei amici andavano a ballare ed a divertirsi con le ragazze.
Ma tutto ciò non mi è mai pesato, anzi il solo pensiero che un singolo uomo potesse con il suo lavoro trasmettere agli spettatori sentimenti, emozioni ed allegria mi gratificava. Ho sempre amato il cinema, in qualsiasi modo possa essere fatto ed inteso come libera espressione della creatività dell’uomo.
Dedico quindi queste poche righe a chi sente ancora nel cuore questo piccolo ma grande mestiere.