Monselice, appuntamento col treno! Da un racconto di Lino Battan
Lino Battan classe 1940 è un mio compaesano, ma che non ho mai avuto l’immenso piacere di conoscere. Ho piacere nel leggere i suoi racconti che trovo nell’account personale di Facebook, e rimango sempre a bocca aperta quando la mia fantasia si immerge nelle sue storie, storie vere di vita vissuta!
Qualche volta ci sentiamo attraverso le moderne chat condividendo pensieri e soprattutto passioni, ed una di quelle è la ferrovia, una cultura quella ferroviaria che ci trasporta inesorabilmente indietro nel tempo, quando quel mondo era veramente più umano e che oggi è stato in buona parte distrutto e dimenticato, ma lascio volentieri a lui la parola ed ai suoi pensieri:
17 novembre 2018 – Monselice: Appuntamento col treno!
La Stazione Ferroviaria da dove partivano i miei viaggi a lunga gittata.
Il paese, la ferrovia, il passato, i ricordi… forse stiamo vivendo con orgoglio le opere, i progetti, le realizzazioni e le gesta dei nostri genitori e dei nostri nonni senza quasi renderci conto che del nostro passaggio non resterà traccia importante. Ho vissuto una grande relazione affettiva con le ferrovie, per il futuro ho desiderato, fra l’altro, di fare il capostazione, che splendida figura nell’elegante divisa di servizio, oppure il capotreno, il macchinista, il controllore o anche il ristoratore a bordo pur di restare sempre coinvolto nell’amato ambiente e nei percorsi ferroviari che mi avrebbero permesso idealmente di fare il giro del mondo. Ed ho viaggiato amando le vecchie motrici a vapore, il battere delle ruote sulle rotaie, i paesaggi continuamente in moto, l’emozione dei lunghi interminabili percorsi e l’arrivo, quasi una conquista, nelle stazioni remote, lontane. – 8 ore per Roma, 14 per Lecce, le 6 per Torino, le 15 per Rennes, poi sono arrivati i Mistral 4 ore Parigi Marsiglia, i TGV 3 ore Ginevra Parigi, la Freccia Rossa e Italo, treni veloci pressurizzati silenziosi, degni dei tempi moderni ma privi del romantico coinvolgimento degli anni 40. Anche in tarda età ho viaggiato e non mi son fatto mancare un percorso straordinario, tre giorni e mezzo attraverso luoghi incredibili, nella Giungla e nelle Foreste Equatoriali per un ultimissimo indimenticabile tragitto da Bangkok a Singapore.
Ecco, dopo tanta strada ferrata, dopo tanta passione, dopo tanto amore, il cuore mi riporta agli inizi, quelli ormai cancellati dal progresso, provo nostalgia, un pò di rimpianto, rivedo la vecchia stazione di Monselice punto di lancio per esaltanti mete lontane e penso: Perché in un paese come il nostro dove la strada ferrata e le interconnessioni ferroviarie hanno favorito anni di grande attività, anni di chiaro progresso, perché non salvare poche ultime testimonianze, oggetti caratteristici, un paio di vagoni, una locomotiva a vapore, una fontanella, una tettoia, dei cartelloni con impressi i cambiamenti intervenuti negli anni, perché non raccogliere il tutto nelle vicinanze della stazione o dell’area di smistamento usando uno spazio, anche contenuto, per realizzare un piccolo Parco Museo Delle Ferrovie per mostrare ai bimbi, giocando, la nostra storia e il modo di vivere dei quei “Nostri Cari” che ci hanno preceduto?