Pizza Giorgio, una goduria per il palato
Sicuramente sarà capitato anche a voi di avere un grande desiderio di gustare una buona pizza e bere un’ottima birra, ma una volta seduti al tavolo della pizzeria, nonostante un nutrito menù a disposizione non sai cosa scegliere.
Questo che vi voglio raccontare è un ricordo che risale agli anni ’70, quando ancora giovincelli si girava in compagnia con la moto in spassionata libertà. Erano gli anni in cui un po’ tutti noi ragazzi, oltre allo studio facevamo anche qualche piccolo lavoro, per arrotondare e per non gravare sul portafoglio dei nostri genitori.
La Domenica era la giornata del “serata pizza in compagnia”, e quindi ci recavamo molto spesso nel locale in cui lavorava un nostro carissimo amico, che rigorosamente in giacca bianca e strizzandoci l’occhio, magari ci trovava subito il posto a sedere e ci serviva anche per primi, con evidente e notevole disaccordo da parte della clientela in attesa.
Non sapendo che gusto scegliere, mi lasciavo spesso consigliare da lui, e fu allora che nacque per me un nuovo menù pizza che ancora oggi non riesco a dimenticare, e molto spesso durante le stagioni fredde ordino sia per asporto che al tavolo.
Si trattava in sostanza di una pizza tradizionale con pomodoro, mozzarella, prosciutto, porcini e rigorosamente uovo al centro ad inizio cottura. L’uovo non andava mai rotto ma gustato alla fine di tutto come premio, una goduria per il nostro palato, ve lo posso assicurare!
Dimenticavo, il carissimo amico cameriere compagno di gioventù, si chiamava Giorgio Cappellozza, uomo buono, generoso e sincero. Anche lui come tanti altri il maledetto Covid se l’è portato via ancora in giovane età.